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FdI contro l’utero in affitto. Partita la raccolta firme del Circolo di Noci

Sono state 98 in poco meno di tre ore le firme raccolte nella mattinata dello scorso 2 giugno dal circolo cittadino di Fratelli d’Italia. Simpatizzanti e tesserati locali del partito di Giorgia Meloni si sono ritrovati in Piazza Garibaldi per sostenere la proposta di legge, promossa a livello nazionale, per rendere la pratica dell'utero in affitto reato universale. Un risultato positivo secondo la sezione nocese di FdI capitanata da Dino Mansueto, celebrato con la diffusione di un lungo comunicato congiunto di cui riportiamo i passi più significativi: "Non è facile avanzare critiche libere e non ideologiche sulla pratica dell’utero in affitto. Chi si dichiara contrario viene stigmatizzato come un ottuso conservatore, ma la condanna della pratica dell’utero in affitto non viene solo da vecchie conservatrici bigotte, ma anche dalle femministe di tutto il mondo".

"Bisogna aver presente che per le donne che affittano il proprio utero questa pratica è dannosa, in primo luogo fisicamente. Dal punto di vista medico infatti non solo il prelievo di ovuli - qualora esso avvenga dalla madre surrogata - ma anche il trasferimento nel suo utero di un embrione altrui richiede cure costanti. La futura madre deve sottoporsi a cure ormonali molto pesanti già settimane prima del trasferimento, cure che continueranno per mesi al fine di evitare aborti spontanei. Tutta l’operazione è nel complesso molto difficile e presenta un tasso di riuscita bassissimo, che non supera il venti per cento. Quanti sanno che queste donne arrivano a essere sottoposte anche a dieci iniezioni al giorno? Quanti sanno che la stimolazione ovarica e quella ormonale possono essere causa di tumori?".

"Tuttavia, anche se queste donne fossero libere di decidere, rimarrebbe sempre una grande, inquietante domanda intorno a questa situazione: qual è il travaglio emotivo, il turbamento di queste donne, mentre sentono crescere dentro di sé una vita con la quale dovranno rescindere immediatamente ogni legame? Se da una parte l’epigenetica ci ha reso consapevoli che lo scambio genetico non finisce con il momento del concepimento, ma continua nell’utero durante i mesi della gravidanza, la psicologia e l’osservazione pediatrica hanno approfondito i vari modi in cui, già durante la gravidanza, il rapporto fra madre e figlio è fonte di impressioni indelebili e importanti. Il distacco dalla madre che porta nel suo ventre il bambino è un trauma, sempre. Un trauma prodotto appositamente per rendere felici due adulti egoisti che, non volendo adottare un bambino abbandonato, ne vogliono uno che abbia i loro geni, che porti il loro indelebile marchio di fabbrica".

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